Fondi Ue per il digitale in Italia

Come abbiamo già accennato precedentemente,  in Italia la disputa sui finanziamenti da destinare al digitale ha messo in subbuglio l’intera commissione europea da cui però abbiamo da poco appreso che destinerà ben 4 miliardi per PMS e Digitale in Italia, fondi che sicuramente non basteranno per assicurare una vera svolta al Paese.

L’accordo di partenariato ovvero il documento di strategia di livello nazionale indica che gli interventi grazie ai fondi europei per il 2014-2022 verranno destinati anche all’Agenda Dgitale, saranno stanziati circa 3,6 miliardi di euro, di cui solamente il 35% verrà destinato all’espansione della banda larga in Italia, i fondi Ue restanti invece saranno spesi per il PA digitale e incentivi alla domanda.

L’intero importo destinato allo sviluppo del digitale in Italia sono ricavati per metà da fondi co-finanziati dall’Italia grazie al fondo di rotazione e fondi regionali, l’altra metà invece è supportata dai fondi Ue, ma essendo risorse FESR e FEASR potranno essere destinati soprattutto in favore delle regioni meno sviluppate.

Sicuramente si riuscirà, grazie a questi fondi Ue che ammontano a 31 miliardi di euro, a cercare di  ristabilire la situazione del digitale in Italia ma di certo non saranno sufficienti a recuperare rispetto al resto dei paesi d’Europa, visto i grandi ritardi per temi come la diffusione della banda ultra larga.

Vista l’esperienza della scorsa programmazione il rischio più grande è che possa esserci uno  spreco in piani non ammortizzati o che le regioni non utilizzino interamente le cifre destinate al digitale, rischio che diventa maggiore vista l’autonomia nella gestione dei fondi Ue destinati al digitale di tutte le regioni d’Italia.

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