Finanziamenti europei per imprenditoria femminile nel 2015

Per una donna che intende investire in un’attività produttiva, i finanziamenti europei rappresentano un’ottima soluzione in quanto le consentono di sostenere le spese per l’avvio del progetto. Anche nel 2015 la Legge 215/92 prevede facilitazioni per le “quota rosa” e per le rispettive imprese sia ancora da avviare che già esistenti. Una parte del finanziamento sarà concesso a fondo perduto, ovvero senza alcun obbligo di restituzione, mentre l’altra parte a tasso agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.

Finanziamenti Europei per Imprenditoria Femminile 2015

A poter usufruire delle agevolazioni saranno le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile, quali:

  • Le ditte individuali devono avere un titolare donna;
  • Le società di persone e le cooperative devono presentare almeno il 60% di soci che siano donne;
  • In caso di società di capitali almeno i 2/3 delle quote devono essere detenute da donne e l’organo di amministrazione deve essere caratterizzato da donne per almeno i 2/3.

Per quanto riguarda le piccole imprese bisogna tenere bene in mente alcuni importanti requisiti: le dipendenti devono essere inferiori di 50; il fatturato non deve superare i 70 milioni di euro e il bilancio totale deve essere inferiore a 5 milioni di euro; inoltre le piccole imprese che partecipano al bando dovranno essere indipendenti dalle altre che ne prendono parte.

Così come per i finanziamenti europei a fondo perduto per imprese e privati, nel campo dell’imprenditoria femminile, i settori destinatari dei fondi sono principalmente: industria, agricoltura, artigianato, commercio, servizi e turismo. Esclusi, invece, alcuni campi di attività produttive riguardanti la siderurgia, la produzione di fibre tessili artificiali e le costruzioni e le riparazioni navali.

Finanziamenti Europei per Imprenditoria Femminile: documentazione

Nella documentazione da presentare devono emergere determinati aspetti: avvio di nuove attività, acquisizione di attività preesistenti, progetti aziendali innovativi e acquisizione di servizi reali. Se prendiamo in considerazione le nuove attività di acquisizione di attività preesistente o realizzazione di progetti innovativi, allora le spese ammissibili in questo caso riguarderanno i macchinari e le attrezzature; gli impianti generali; l’acquisto di brevetti e software; studi di fattibilità e piani di impresa; oneri di progettazione e direzione lavori.

Per l’acquisizione di servizi reali, invece, le spese ammissibili riguarderanno le imprese o le società iscritte al registro delle imprese; professionisti iscritti ad un albo professionali o enti pubblici e privati con personalità giuridica. Così come esistono le spese ammissibili, ci sono anche quelle che non vengono concesse e che riguardano l’acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune; le spese per la manutenzione ordinaria; l’acquisto di beni di uso promiscuo; le scorte di materie prime; semilavorati e materiali di consumo; beni usati.

Le donne che vorranno richiedere finanziamenti europei dovranno presentare una ricca documentazione che talvolta poi può subire cambiamenti in base al territorio di pertinenza verso il quale sono destinati i fondi e al bando.

Solitamente la documentazione prevede i seguenti incartamenti:

  • domanda di richiesta agevolazioni;
  • programma di investimento dell’attività imprenditoriale;
  • preventivo spesa;
  • certificazione di iscrizione presso il registro delle imprese;
  • certificazione della proprietà dell’immobile nel caso l’attività sia già avviata.

L’erogazione dei contributi avviene in due quote: la prima parte, pari al 30% del contributo, viene versata in base alla realizzazione del 30% dell’investimento o in maniera anticipata; la seconda quota, invece, equivalente al saldo del contributo, viene erogata dopo la realizzazione dell’investimento, ma non oltre i 24 mesi successivi alla data del decreto di concessione del contributo.

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