Finanziamenti europei Italia: il paradosso 2014
Finanziamenti europei Italia: il paradosso 2014. L’Italia, nonostante sia un Paese in crisi, anche se solo ufficiosamente, ha dato all’Europa più soldi di quanti ne riceva in finanziamenti per lo sviluppo. Con il 2014 si apre una nuova fase di finanziamenti che l’Italia potrebbe sfruttare.
Le dinamiche si concatenano: Letta deve chiudere l’ennesimo patto di coalizione entro il 29 gennaio, così da presentarsi a Bruxelles con un piano chiaro che permetta agli euro burocrati di dare il via alla clausola di flessibilità, che a sua volta permetterebbe l’avvio dei progetti co-finanziati dell’UE.
Risorse economiche, che in passato non sono state sfruttate adeguatamente.
Il 2014 apre per l’Italia anche una nuova fase di finanziamenti da parte dell’Europa che, in queste circostanze, non si dimostra del tutto matrigna. L’Italia versa a Bruxelles più soldi di quanti ne riceve nonostante sia un Paese in crisi e che speso oggetto di critiche da parte della stessa Unione.
Finanziamenti europei Italia: come sfruttarli al massimo?
Va detto però che un bel po’ di problemi siamo proprio noi a crearceli, anche perché siamo i primi a non saper sfruttare al meglio neppure quelle rare occasioni che ci si presentano.
Colpa di una mancanza di preparazione, in particolar modo sull’inglese tecnico, che ci mette in difficoltà anche solo per comprendere bene il significato dei bandi e per compilare i progetti. Ma la mancanza più grave è sicuramente culturale, visto che cerchiamo costantemente fondi per le nostre esigenze, senza chiederci cosa potremmo offrire all’Europa, in cambio di queste opportunità.
Un ragionamento simile a quello che dovremmo fare quando ci viene offerto un lavoro: non pensare semplicemente allo stipendio, ma a cosa possiamo noi offrire all’azienda che ci assume.