Fondi Europei al Sud: limiti nell’utilizzo

Fondi europei al Sud: come utilizzarli meglio?

Francesi e tedeschi sono capaci di spendere in modo pressoché integrale le risorse rese disponibili dai fondi europei. Ma qual è il segreto del loro successo? I due punti chiave, che mancano al nostro Paese per competere con le locomotive economiche del Vecchio Continente, sono i seguenti:

  • efficienza amministrativa-organizzativa;
  • attività di lobbying nelle sedi competenti dell’Unione Europea.

Cerchiamo di comprendere quali sono i limiti nella capacità di utilizzo dei fondi europei al Sud del nostro Paese, dove si concentra la maggior parte delle risorse previste per l’Italia.

Secondo Laura Caserta, esperta di finanziamenti europei e valutatrice delle richieste di finanziamento della Commissione Ue, “Francia e Germania hanno organizzato delle vere e proprie “macchine da guerra” per spendere i soldi europei in tempo e fino all’ultimo cent”.

Finanziamenti europei al Sud: cosa manca al nostro Paese?

L’esperta fa riferimento alle strutture legate agli ambiti più diversi, dall’università all’industria, passando per la pubblica amministrazione. Oltralpe, ad esempio, le agenzie che si interessano di finanziamenti europei godono del supporto dal dicastero della Difesa, dell’Interno e dell’Economia.

Al nostro Paese manca un miglior processo di preparazione della richiesta di finanziamenti. In alcuni casi i progetti non dispongono dei requisiti previsti dal bando. Le varie commissioni devono operare con tempi più rapidi e nella sola prospettiva meritocratica e in totale assenza di elementi clientelari.

Un ruolo fondamentale è interpretato dalle Università: “Gli atenei già partecipano a questi bandi, sanno come avviene la redazione e su cosa puntare. Lo stesso vale per i centri di ricerca: sono infatti spesso le grandi aziende ad accaparrarsi tali finanziamenti grazie alle loro strutture interne di ricerca”, ha aggiunto Caserta.

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