Fondi europei: cooperazione allo sviluppo e casi oscuri

Lo sviluppo dei Paesi poveri: l’impegno dell’Unione Europea

Fin dalla sua costituzione, l’Unione Europea ha sempre avuto tra i suoi obiettivi quello di aiutare e supportare le economie più in difficoltà con fondi europei mirati e specifici che non fossero solo assistenzialismo. Non è dunque un caso che nel bilancio degli aiuti che ogni anno arrivano nei Paesi maggiormente bisognosi, la maggior parte provenga proprio dall’Unione Europea. La Cooperazione allo sviluppo è tra i capisaldi della costituzione europea e tutti i Paesi membri sono impegnati in prima linea per combattere le disparità sociali ed economiche, nella speranza di trovare nuove strade percorribili per offrire un futuro alle popolazioni più disagiate.

Tra gli obiettivi del piano di Cooperazione allo sviluppo approntato dagli esperti dell’Unione Europea c’è la volontà di estirpare completamente la povertà dal pianeta entro il millennio. Per molti è uno scopo utopico ma tutti gli sforzi sono orientati verso questa direzione; le linee guida dettate dall’ONU in 8 punti di sviluppo tracciano la strada da seguire. L’impegno europeo per contribuire allo sviluppo dei Paesi poveri non va inteso esclusivamente in chiave economica ma si tratta di un discorso molto più ampio che mira a estirpare tutti i fattori che concorrono a una situazione di disagio complessiva. Tra questi, per esempio, c’è l’elevatissima diffusione di malattie infettive come AIDS e HIV, la bassissima scolarizzazione e la diffusione di malattie batteriche e virali che potrebbero essere sconfitte con vaccini, in modo tale da aumentare l’aspettativa e la qualità della vita.

I fondi europei per la cooperazione allo sviluppo

Facendo qualche calcolo e monetizzando l’impegno dell’Unione Europea nel piano di Cooperazione allo sviluppo, emerge che nel 2013 sono stati stanziati fondi europei per un totale di 56,2 miliardi di euro. Questa somma non deriva esclusivamente dai fondi europei ma in parte anche dai bilanci nazionali approvati, mediante i quali ogni singolo Paese ha fatto la sua parte per contribuire alla realizzazione di progetti di tipo filantropico. E’ una cifra considerevole che ammonta a circa lo 0,43% del RNL europeo, che già nel 2015 ha toccato lo 0,7%.

Basandosi su dati concreti, l’Europa e il pianeta sono teoricamente in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato di eliminare la povertà nel mondo: gli strumenti e le potenzialità per riuscirci ci sono e infatti nella carta ufficiale della Cooperazione sociale questo è l’obiettivo da raggiungere entro il prossimo 2030. L’assistenzialismo fine a se stesso non è una delle procedure previste per raggiungere questo scopo, giacché l’obiettivo finale non è quello di dare semplicemente del denaro a chi ne ha bisogno ma è quello di istruire la popolazione alla creazione della ricchezza, insegnando a utilizzare gli strumenti a disposizione per raggiungere il risultato.

Sviluppo e cooperazione internazionale

Questo significa che con i contributi stanziati dai fondi europei per lo sviluppo dei Paesi poveri si devono costruire le scuole, in modo tale da migliorare l’istruzione e la consapevolezza dei giovani, che sono il patrimonio più importante su cui mettere le basi per il futuro. Migliorare l’ambiente per migliorare la qualità della vita è l’altro obiettivo: la maggior parte delle persone dei Paesi poveri vive la propria esistenza nelle zone rurali dove non arriva nemmeno l’acqua potabile, dove i servizi igienico-sanitari sono carenti o addirittura inesistenti.

Realizzare queste infrastrutture è uno degli obiettivi ed è, anzi, una delle priorità se si considera che ogni anno muoiono nel mondo migliaia di bambini al di sotto dei 5 anni a causa di malattie infettive e batteriche. A tal proposito è già stato avviato un progetto da parte dell’Unione Europea che ha lo scopo di portare l’acqua potabile a 5.000 famiglie e in pochi anni, grazie all’intervento in loco degli esperti, dei volontari e dei funzionari dell’Unione Europea, l’accesso ai servizi igienico-sanitari e all’acqua potabile nei Paesi poveri è passato dal 36% al 65%. Padroneggiare il proprio futuro è la sola via utile per estirpare la povertà dai Paesi con maggiori problemi economici.

Fondi europei: casi oscuri

Tra le tante attività svolte nell’ambito della Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi poveri vanno però segnalati diversi casi oscuri o poco trasparenti, che hanno inevitabilmente gettato ombre sul lavoro delle organizzazioni e dei funzionari. Una delle ultime denunce proviene dal rapporto della ONG Global Health Advocates, dove vengono posti dei dubbi su circa 3 miliardi di euro provenienti dal Fondo Fiduciario di Emergenza UE, il cui utilizzo non appare lineare con gli obiettivi prefissati. Secondo quanto riferito dalla ONG, se non si aumenta il controllo sulla destinazione e sull’utilizzo dei fondi, l’obiettivo di estirpare la povertà nel mondo e quello di frenare i flussi migratori non potrà essere raggiunto nei tempi prestabiliti.

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