Rapporto competitività Ue
Rapporto competitività Ue: i fattori che limitano lo sviluppo
Il rapporto competitività Ue 2014 relativo al settore industriale pone in evidenza i principali limiti allo sviluppo della crescita delle imprese operanti nel Vecchio Continente. Giocano un ruolo di primo piano i vincoli nell’accesso al credito e l’eccessivo peso del comparto burocratico.
Sono quattro i gruppi di Paesi individuati della Commissione in rapporto allo stato di salute del settore imprenditoriale:
- gli Stati membri con competitività elevata e in miglioramento: Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Irlanda;
- gli Stati membri con competitività elevata, ma in ristagno o in calo: Belgio, Regno Unito, Austria, Francia, Italia, Lussemburgo, Svezia e Finlandia;
- gli Stati membri con competitività modesta, ma in miglioramento: Estonia, Lettonia, Lituania, Spagna, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Grecia;
- gli Stati membri con competitività modesta e in ristagno o in calo: Slovenia, Bulgaria, Croazia, Malta e Cipro.
Rapporto annuale sulla competitività nell’Ue: il confronto fra gli Stati membri
Gli elementi che rappresentano un vincolo rilevante per lo sviluppo del comparto imprenditoriale sono soprattutto l’accesso al credito e gli oneri burocratici, anche se vi sono rilevanti differenze tra i Paesi membri.
Il confronto diretto tra gli Stati membri pone in evidenza il fatto che la percentuale delle imprese che hanno difficoltà a conseguire finanziamenti dalle banche corrisponde al 5% in Finlandia, al 10% in Germania e al 25% in Italia.
Se valutiamo invece il tempo utile per completare le procedure burocratiche utili al pagamento delle tasse, nel nostro Paese le imprese devono spendere 269 ore in un anno, mentre nel Regno Unito per molte imposte vi sono procedure online da seguire.