Finanziamenti a fondo perduto imprenditoria femminile

Cosa sono e come ottenere finanziamenti a fondo perduto imprenditoria femminile?

L’introduzione della Legge 215 del 1992 ha stabilito importati norme per l’imprenditoria femminile. Si tratta di uno strumento pensato per agevolare questo settore imprenditoriale. Il dicastero delle Attività Produttive assicura infatti fondi riservati all’imprenditoria femminile, forniti in forma di contributi in conto capitale. Sono delle soluzioni fornite a condizione che siano stati eseguiti degli investimenti.

Finanziamenti a fondo perduto imprenditoria femminile: chi sono i beneficiari?

La Legge 215 interessa una serie di soggetti, ovvero:

  • società cooperative o di persone costituite per almeno il 60% da donne;
  • società di capitali le cui quote di partecipazione siano, per almeno 2/3, in possesso di donne;
  • imprese individuali gestite da donne;
  • imprese, consorzi, associazioni, enti di formazione e ordini professionali promotori di corsi di formazione imprenditoriale, servizi di consulenza e assistenza, la cui quote siano possedute per almeno il 70% da donne.

I beneficiari devono far parte della categoria di “piccola impresa”. Ciò significa avere meno di 50 dipendenti, fatturato inferiore ai 7 milioni di euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni, e indipendenza da imprese “partecipanti”.

Finanziamenti a fondo perduto imprenditoria femminile: quali sono i settori coinvolti?

Quali investimenti possono essere finanziati grazie ai prestiti dedicati all’imprenditoria femminile? Le Legge 215 sull’imprenditoria femminile prevede la concessione di finanziamenti nei seguenti settori: industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo. Per quanto attiene invece alle ragioni che conducono agli investimenti sono:

  • avvio di nuove attività;
  • acquisizione di attività preesistenti;
  • progetti aziendali innovativi;
  • acquisizione di servizi reali.

Se invece valutiamo le spese ritenute ammissibili, la Legge dispone che gli interventi possono riguardare:

  • Studi di fattibilità e piani d’impresa (2% dell’investimento ammesso)
  • Progettazione e direzione dei lavori (5% dell’importo per opere murarie)
  • Macchinari ed attrezzature
  • Impianti generali
  • Opere murarie (25% dei macchinari ed impianti)
  • Beni usati (solo per acquisto di attività preesistenti)
  • Software
  • Brevetti
  • Attività preesistenti
  • Servizi reali

Non sono invece ritenute ammissibili spese relative all’acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune. Ma neppure spese per manutenzione ordinaria; acquisto di beni di uso promiscuo (ad es. personal computer portatili, autovetture, cellulari, ecc.); scorte di materie prime, semilavorati e materiali di consumo; acquisto di terreni e fabbricati; beni usati (ad eccezione del caso di acquisto di attività preesistente; avviamento; mezzi targati di trasporto merci.

Come funziona l’erogazione delle agevolazioni previste? Le agevolazioni sono rappresentate da contributi in conto capitale nel rispetto dei limiti massimi consentiti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di stato alle imprese in relazione alla localizzazione geografica.

Qualora si tratti di avvio di nuove attività, acquisto di attività preesistenti e realizzazione di progetti innovativi, abbiamo tre diverse situazioni:

  • contributo a fondo perduto;
  • credito d’imposta;
  • finanziamento agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.

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