Partita Iva grazie al prestito d’onore
Aprire la partita Iva utilizzando il prestito d’onore Invitalia
L’apertura della partita Iva coincide inevitabilmente con una serie di spese, che, in certi casi, può rappresentare un onere troppo pensante da sostenere per il professionista. Per far fronte a questa necessità è possibile ottenere il prestito d’onore di Invitalia. Vediamo quali sono le sue caratteristiche e quali i vantaggi per chi ne vuole usufruire.
Il prestito d’onore Invitalia per le nuove Partita Iva può essere richiesto dai residenti in Italia da almeno 6 mesi, disoccupati o inoccupati in cerca di prima occupazione, che vogliano inaugurare un’attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale.
Qualora si tratti di cittadini extracomunitari è necessaria carta o permesso di soggiorno validi per almeno i 12 mesi successivi alla presentazione della domanda. La richiesta può essere inviata anche da parte di liberi professionisti iscritti a un Albo professionale.
La sede della nuova attività dovrà essere in Italia e dovrà essere condotta per almeno 5 anni dal momento di delibera di ammissione all’agevolazione. In questo arco temporale, anche qualora si verifichi un’estinzione anticipata del finanziamento, non potrà essere ceduta. Non solo. Non si avrà la facoltà di stipulare alcun contratto a tempo pieno. Si potranno unicamente svolgere lavori occasionali. I settori coinvolti sono: produzione di beni; fornitura di servizi; commercio.
A fronte degli investimenti è fornito un contributo a fondo perduto del 50% delle spese affrontate, cui si aggiunge un finanziamento agevolato (al 30% del tasso di riferimento vigente alla data di stipula del contratto di finanziamento), per una copertura totale delle spese finanziabili.
Prestito d’onore Invitalia: quali sono le spese ammissibili?
Quali sono le spese ritenute ammissibili? Figurano in questa categoria le spese affrontate, inseguito all’ammissione alle agevolazioni, per l’acquisto di attrezzature e macchinari (anche usati purché non siano di parenti entro il secondo grado), impianti e allacciamenti. Ma anche beni immateriali a utilità pluriennale; ristrutturazione di immobili, entro il 10% del valore degli investimenti.
Non vi fanno parte le spese di acquisto veicoli per trasporto merci su strada per conto terzi. Un altro requisito fondamentale è che la ditta preveda il coinvolgimento professionale diretto e continuo di chi compie la domanda di finanziamento, ossia del titolare dall’azienda.
Se si intende accrescere l’attività, inseguito alla concessione della linea di credito, è indispensabile inoltrare la richiesta a Invitalia. Per la gestione dell’impresa durante il primo anno sono ammessi gli oneri per acquisto di materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti, utenze e canoni di locazione per immobili; oneri finanziari (fatta eccezione degli interessi del mutuo agevolato).
Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il portale ufficiale di Invitalia.