Seconda asta Tltro BCE, effetti sull’economia reale
Asta Tltro BCE, richiesti dalle banche quasi 130 miliardi
Sono giunte richieste di liquidità per quasi 130 miliardi di euro alla Banca Centrale Europea da parte di oltre 300 istituti di credito. L’intervento è relativo alla seconda asta Tltro, pensata per creare un sostegno all’economia reale.
Si tratta di una cifra che conduce il totale delle prime due operazioni a quota 212 miliardi, dobbiamo infatti considerare nel computo gli 82 miliardi della tranche precedente. Uno dei principali effetti sarà il consolidamento delle attese dei mercati finanziari di prossimi interventi da parte della Banca Centrale Europea, ventilata anche la possibilità di acquisto di titoli pubblici, nei primi mesi del prossimo anno.
La BCE non dispone, al momento, degli strumenti utili per incrementare il bilancio di mille miliardi di euro, così da realizzare un’opera di contrasto all’inflazione troppo bassa. L’Esecutivo teutonico ha confermato il livello di inflaziona di novembre, corrispondente allo 0,5%, ma il nuovo taglio in Francia fa propendere che il dato globale dell’eurozona potrebbe ridursi rispetto allo 0,3% previsto.
Sono in ogni caso cifre molto modeste rispetto all’obiettivo di circa 2%. Secondo le ultime previsioni rilasciate dalla Banca Centrale Europea, il recente crollo del prezzo del petrolio lascia supporre che l’inflazione, a partire dal prossimo mese, si possa ridurre a zero oppure sotto zero.
Oltre alle ai due interventi Tltro, la Banca Centrale Europea ha messo in atto acquisti di obbligazioni bancarie garantite per 21 miliardi di euro e di titoli cartolarizzati (Abs) per 600 milioni di euro.
Asta Tltro BCE, le richieste delle banche italiane e le previsioni degli analisti
Anche se sommiamo tutte queste cifre Francoforte è ancora molto lontano dai mille miliardi indicati dal presidente Mario Draghi e approvati dal consiglio. Con il secondo intervento Tltro abbiamo avuto, secondo la lettura di Benoit Coeuré, membro del comitato esecutivo della Bce, un risultato coerente con le aspettative della Banca Centrale Europea: «Vediamo chiaramente – ha dichiarato Coeuré – che le Tltro contribuiscono a migliorare l’accesso di lungo termine delle banche alla liquidità».
Secondo la lettura di diversi analisti, la domanda molto inferiore all’offerta rivela l’indisponibilità degli istituti di credito a concedere nuovi prestiti. A dispetto del passato, adesso che i tassi deposito della BCE sono negativi, gli istituti di credito non possono scegliere di conferire di nuovo la liquidità alla banca centrale, visto che andrebbero incontro a un costo dello 0,20%.
Numerosi osservatori di mercato ritengono che l’acquisto di titoli pubblici, sulla scorta di un Qe simile a quello disposto dalla Federal Reserve, potrebbe apparire inevitabile. Le banche italiane hanno già comunicato l’importo di liquidità richiesti alla BCE con la seconda Tltro: Intesa Sanpaolo 8,59 miliardi, Monte Paschi per 3,3 miliardi, Ubi Banca per 3,2 miliardi, Banco Popolare 2,7, UniCredit per 2,2 miliardi, Popolare Milano per 1,5 miliardi, Popolare di Vicenza 1,25, Veneto Banca 979 milioni.